Quella che per anni è stata una bufala sul web – la storia che in Svezia i nonni venissero pagati dallo stato per stare coi nipoti – nell’Italia a cinquestelle del trittico Conte-Di Maio-Casalino è divenuto naturalmente realtà. E così il bonus baby-sitter finalmente verrà esteso ai nonni, come chiarito da apposita circolare interpretativa Inps (perché intanto siamo tornati anche alle grida manzoniane). Inps che nella fantasia immorale di questo governo è divenuto ente erogatore di provvidenze statali ad ex cittadini intanto ridotti dall’imposto lockdown indiscriminato all’accattonaggio per ottenere prebende pubbliche. E così ora potranno essere i nonni a mettersi in fila nella corte dei miracoli a cui una banda di improvvisatori ha ridotta l’Italia. Dilettanti, e però animati in ogni decisione e ad ogni passo da sicuro istinto distruttivo: tanto da insinuare ora la venalità persino in quella prassi di solidarietà cosciente e voluta che ha sempre innervato le famiglie lunghe italiane. Piene di difetti ma almeno animate dalla logica del dono e tenute da saldi nessi intergenerazionali. Del resto nella percezione del mondo priva di spirito dei Conte, dei Casalino, dei Di Maio non esistono un costume e una mentalità nazionale, non esistono cittadini liberi di intraprendere, lavorare, donare; esistono solo plebi affamate, clientes, masse da sussidiare che si muovono in un clima obliquo e procacciatore. Nessuna seria politica dunque per favorire la sussidiarietà, nessun quoziente famigliare, nessuna cultura di autentica economia sociale di mercato, allargamento del cuneo fiscale, investimento mirato ma di nuovo e ancora assistenzialismo. E sempre più scientificamente esteso, anche considerando che il bonus nonni è destinato a chi non percepisce già altre forme di integrazione del reddito. Ed è dunque concepito per acquisire nuovi clientes al di fuori dei perimetri già presidiati dallo stato elemosiniere. Nonnismo di stato contro la società civile.